CAPOLIVERI – IL FOLCLORE

Abbandonata l’attività mineraria e molto ridimensionata quella agricola, l’economia dell’isola, e in particolare di Capoliveri, si è affidata negli ultimi decenni alla risorsa turistica. Nonostante questo grande cambiamento, i capoliveresi non hanno dimenticato le loro radici, riproponendo magnificamente importanti sagre paesane e rievocazioni storiche alle quali Vi introduciamo.

La Festa del Cavatore

Per ricordare la fatica plurisecolare dei minatori, i numerosi caduti sul lavoro e le lotte atte a rivendicare migliori condizioni di vita, la domenica che precede la Pentecoste, prima dell’alba, un gruppo di uomini in costume con una torcia accesa e il convio dentro il paniere percorre le vie del centro storico del paese intonando la “Romanza del Cavatore”. Nella stessa giornata viene celebrata una messa in suffragio dei caduti sul lavoro, viene consegnata la “Medaglia del Cavatore” agli ex-minatori, per concludere in serata col ” Banchetto del Cavatore”.

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La Festa dell’Innamorata

La Festa dell’Innamorata trae origine da un’antica leggenda che racconta di due giovani innamorati, Lorenzo e Maria. Dalle strade del centro storico alla spiaggia dell’Innamorata, il 14 luglio, Capoliveri rivive questa leggenda tramandata dal racconto orale dei pescatori.

Una rievocazione storica che riporta al Cinquecento, raccontando una profonda e appassionata storia d’amore finita tragicamente.
Dopo numerose vicissitudini il nobile Lorenzo ottenne il consenso, sempre negato dalla sua famiglia, al matrimonio con Maria, semplice popolana. Proprio alla vigilia delle nozze i saraceni catturarono Lorenzo e lo trascinarono su una scialuppa. Maria segue la scena da una scogliera e si tuffa in mare nel tentativo di salvare il fidanzato che, a sua volta, sfugge ai suoi carcerieri e si tuffa in acqua. Ma le onde li travolgono insieme e sullo scoglio ormai noto come “la ciarpa” rimane solo la sciarpa abbandonata da Maria prima di tuffarsi in mare. Ogni anno, il 14 luglio, l’Associazione Granducato – Innamorata, organizza la rievocazione storica in costume della Leggenda dell’Innamorata e la Disfida della Ciarpa tra i quattro rioni del paese.

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La Festa dell’Uva

La festa dell’Uva, nata quasi per caso nel 1996, è una grande festa paesana, indubbiamente la più bella dell’Elba. Si svolge la prima domenica di Ottobre e si articola nel centro storico di Capoliveri che, per l’occasione, si tuffa nel passato e fa rivivere scene, situazioni e condizioni di vita di un tempo che fu’. I capoliveresi tutti, dal bambino all’anziano, sono al tempo stesso ideatori, esecutori e interpreti di una festa che meglio non potrebbe essere organizzata e interpretata.

La festa dell’Uva, nata per rappresentare e riprodurre il periodo della vendemmia, si apre tuttavia a una serie di attività manuali tipiche di alcuni decenni fa, ricostruendo magnificamente uno spaccato d’epoca. Ecco allora che, lungo i chiassi, le piazzette e le stradine fiorite del centro storico del paese, i quattro rioni che lo compongono, la Torre, La Fortezza, il Fosso e il Baluardo, si danno “battaglia” per conquistare la statua in bronzo di Bacco, Dio del vino. La battaglia è chiaramente di natura incruenta, e il rione vincitore (proclamato tale da un’apposita giuria di esperti), avrà l’onore di trattenere la statua di Bacco all’interno del proprio perimetro, fino alla successiva edizione.

I quattro rioni si sfidano proponendo ognuno un tema diverso, ambientato al passato, e cercando di riprodurre nella maniera più fedele possibile l’atmosfera, gli ambienti di vita, in un contesto storico ricco di significato. Entrare nei rioni è come fare un viaggio con la macchina del tempo, un viaggio a ritroso che di colpo fa dimenticare il presente e permette ad ognuno di provare sensazioni straordinarie, indescrivibili. Comune a tutti i rioni è la grande quantità di uva che li addobba, con grappoli pergolati e vitigni che magicamente in questa giornata nascono sulle pietre e i muretti, lungo le scalinate, davanti gli ingressi delle casette.

Girovagando per i rioni si incontrano vecchi fabbri al lavoro con antichi utensili, ciabattini intenti a riparare sandali e scarpe, pescatori che riparano le reti da pesca, ragazze che pigiano coi piedi l’uva nel tino, e poi gente che strilla, offre e vende ogni cosa e che interpreta stupendamente la propria parte nelle varie scenette che vengono rappresentate.

Lungo le strette vie, ben disposti sui tavoli, tantissime varietà di cibi e ricette tipiche elbane: stoccafisso con patate, trippa, acchiuche marinate, polpo lesso, ribollita, minestrone di fagioli, polenta con cinghiale…..e poi i dolci tipici dell’Elba, fra tutti la schiaccia briaca, ottimo vino e, naturalmente, uva a volontà!!

Nel tardo pomeriggio, dopo la proclamazione del rione vincitore, le migliaia di persone che ogni anno partecipano a questa meravigliosa festa si riversano lungo le stradine del centro fino al calar del sole.

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